Alcune piante officinali (Echinacea purpurea, Echinacea angustifolia, Papaya fermentata), alcuni elementi minerali (Zinco) e vitamine (Vitamina D) possono essere impiegati per mantenere le difese e proteggere le prime vie respiratorie.
Lattoferrina
È una proteina isolata nel 1960 dal latte bovino che è presente in molte secrezioni umane: lacrime, saliva, muco nasale e bronchiale, secrezioni intestinali, liquido seminale, muco cervico-vaginale e sangue. Questa proteina è capace di legare il ferro sottraendolo all’utilizzo da parte dei batteri, funghi, parassiti e virus che necessitano di tale elemento, in particolare i germi patogeni intestinali. La lattoferrina permette la normale crescita della flora batterica o microbiota normale, che non è ferro-dipendente.
Echinacea
Echinacea purpurea (l.) Moench
Echinacea angustifolia dc.
Si tratta di una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteracee, originaria del Nord America. Le tribù dei nativi americani la utilizzavano fin dai tempi antichi per curare ferite, morsi di serpenti, punture d’insetto e per superare i disturbi respiratori frequenti nella rigida stagione invernale. È stato osservato che esiste una precisa corrispondenza delle aree di diffusione dell’echinacea con le zone di insediamento delle tribù che ne facevano uso.
L’echinacea supporta il sistema difensivo immunitario, modula i globuli bianchi. Ricerche di biochimica hanno permesso di identificare i tre gruppi di sostanze che svolgono un’azione sinergica sul sistema immunitario. In particolare esse comprendono:
- le alcammidi che attivano le cellule della difesa;
- i composti fenolici con attività diretta sui batteri;
- un gruppo di polisaccaridi che modulano direttamente le difese immunitarie.
Negli integratori alimentari si impiegano tre varietà di Echinacea, tutte dotate delle medesime proprietà: Echinacea purpurea (L.) Moench, Echinacea angustifolia DC. ed Echinacea pallida Nutt. In alcuni preparati si associa Echinacea angustifolia ed Echinacea purpurea per sfruttare e valorizzare i principi attivi delle due specie botaniche che, in tal modo, si potenziano. I polisaccaridi che rappresentano la parte più attiva della pianta sono presenti soprattutto nella radice
Papaya fermentata
(Carica papaya L.)
La materia prima a base di papaya viene ottenuta a partire dal frutto fresco raccolto in terreni selezionati e fatto fermentare a lungo (circa 10 mesi) a basse temperature con lievito. Il preparato contiene numerosi componenti, tra cui vitamina C ed E, carotenoidi, polifenoli e oligosaccaridi che le conferiscono un’attività antiossidante.
Viene utilizzato come protezione nei confronti dei radicali liberi.
La posologia abituale prevede cicli ripetuti di utilizzo della papaya fermentata.
Vitamina D
La ridotta esposizione alla luce solare e la carenza di vitamina D negli alimenti della dieta espone alla condizione molto frequente di deficit di vitamina D, potenzialmente responsabile di conseguenze a livello osseo e di altri apparati. Giorno dopo giorno cresce nel mondo scientifico la consapevolezza del ruolo vitale svolto nell’organismo da parte della vitamina D, tanto che alcuni autorevoli studiosi preferiscono considerarla un vero e proprio ormone per la complessità della sua azione. Il cammino che porta alla maturazione della provitamina D inizia proprio a livello della pelle. L’esposizione alla luce solare innesca il primo passo che prevede nella fase successiva l’attivazione attraverso il passaggio dapprima nel fegato e quindi nel rene dove la trasformazione viene completata, rendendola in grado di agire sui numerosi organi bersaglio, per assolvere alle sue numerose funzioni.
Per comprendere più facilmente il ruolo svolto da questa vitamina basterà considerare le conseguenze derivanti da una sua carenza prolungata nel tempo. Innanzitutto le ossa perdono la loro solidità e flessibilità per la mancata fissazione del calcio a livello dello scheletro. Ma la carenza della vitamina D non si limita al tessuto osseo in quanto rappresenta un vero e proprio fattore che predispone a diverse fragilità. Oltre ad essere considerata essenziale per l’assorbimento di calcio a livello intestinale e per la corretta mineralizzazione dell’osso, la vitamina D aumenta la forza dei muscoli stabilizzatori dell’anca contribuendo a ridurre il rischio di caduta ed a migliorare il senso dell’equilibrio. La ricerca ha dimostrato, inoltre, un suo ruolo importante nel preservare i meccanismi fisiologici delle difese immunitarie
Vitamina a rischio
L’esposizione alla luce solare assume pertanto il carattere di misura necessaria che può contribuire ad assicurare fino all’80% del fabbisogno quotidiano di tale vitamina. Le oscillazioni stagionali della vitamina D con la diminuzione d’inverno e l’aumento estivo confermano la stretta relazione tra l’esposizione alla luce solare e il livello della vitamina. La quota preponderante di vitamina D3 che è la forma attiva, deriva dalla conversione della provitamina D (1 7-deidrocolesterolo) a seguito dell’esposizione della cute a raggi ultravioletti di specifica lunghezza d’onda (UVB tra 290 e 315 nm). Lo spettro della luce solare presenta queste radiazioni solo per un numero limitato di ore, variabile in relazione alla stagione ed alla latitudine. Per tale motivo la produzione di vitamina D legata all’esposizione solare, in Italia risulta essere trascurabile nei mesi invernali.
Altri fattori che condizionano fortemente la sua sintesi sono rappresentati dall’età (l’anziano ne produce il 30% in meno, a parità di esposizione), dalla superficie e dallo spessore della pelle esposta al sole, dal tempo di irradiazione, dall’uso di creme protettive, capaci di ridurre fino al 97% la sintesi cutanea di vitamina D. Alle latitudini temperate, l’80% del fabbisogno di vitamina D è assicurato dall’irradiazione solare, mentre il restante 20% è garantito dall’alimentazione. La vitamina D3 è contenuta quasi esclusivamente nei grassi animali (latte umano, salmone, olio di fegato di merluzzo, uova), mentre trascurabile è la quota di vitamina D presente in alcuni grassi vegetali.
Zinco (Zn)
Lo zinco è un oligoelemento essenziale per la crescita cellulare e svolge un’attività fondamentale per la crescita, l’integrità cellulare e la modulazione immunitaria. Promuove la divisione cellulare favorendo il rinnovamento del tessuto cutaneo. Stimola l’attività degli osteoblasti, cellule che elaborano la sostanza fondamentale del tessuto osseo, il collagene. Accelera i processi riparativi a livello cutaneo. Lo zinco mantiene le difese immunitarie mediante l’enzima alcoldeidrogenasi che interviene impedendo ai germi di moltiplicarsi. E’ indicato nelle seguenti condizioni: crescita, processo cicatriziale, influenze esterne di natura microbica.